Manipolare la propagazione della
luce con elettrodi trasparenti per migliorare le prestazioni
degli impianti fotovoltaici. È il risultato di uno studio
condotto dall'istituto di nanotecnologia del Cnr,
dall'Università del Salento in collaborazione con altri enti di
ricerca internazionali e pubblicato sulla rivista Acs Energy
Letters. Tutto ruota attorno a nuovi elettrodi perché quelli
usati finora sono risultati limitati nella loro opacità. La
ricerca ha infatti impiegato tecniche ellissometriche avanzate
che hanno inciso sulla propagazione della radiazione
elettromagnetica visibile in elettrodi composti da più strati
di ossido e metallo. Si tratta di elettrodi trasparenti che
inseriti in dispositivi optoelettronici, come le celle solari a
perovskite, permettono di raggiungere prestazioni migliori in
termini di efficienza, trasparenza e comfort visivo.
"Gli elettrodi dal punto di vista elettromagnetico, si
comportano complessivamente come un mezzo trasparente, per
esempio l'aria", chiarisce Marco Mazzeo, docente di fisica
sperimentale della materia all'Università del Salento e
ricercatore presso il Cnr-Nanotec sottolineando che "le
prestazioni delle celle solari semitrasparenti a perovskite sono
sempre state limitate dalla opacità degli elettrodi e dalla
riduzione della efficienza con l'angolo di incidenza dei raggi
solari". I nuovi dispositivi potrebbero non solo fornire in
futuro elettricità verde ma anche ridurre in modo significativo
le emissioni di gas serra ed essere utilizzati in altri settori
come l'agrivoltaico, l'elettronica wearable e l'automotive. Lo
studio dimostra "un totale abbattimento della luce solare
riflessa in un ampio intervallo di angoli di incidenza e
frequenze ottiche, consentendo di massimizzare non solo la luce
solare trasmessa attraverso il dispositivo ma,
contemporaneamente, tutte le caratteristiche optoelettroniche
della cella: dall'efficienza all'estetica cromatica", aggiunge
Antonella Lorusso, prima autrice del lavoro e ricercatrice
dell'Università del Salento.
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